Mentre il 2023 è stato anche in Alto Adige uno degli anni più caldi da quando sono iniziate le registrazioni, la stagione estiva del 2024 sta sorprendentemente registrando frequenti rovesci di pioggia anziché il previsto caldo e siccità. Tuttavia, le intense precipitazioni stanno causando problemi idrogeologici, inondazioni e danni alle colture.
È necessario un impegno diffuso a tutti i livelli per contrastare questa minaccia, a partire dalle amministrazioni comunali, responsabili della pianificazione urbanistica. Un esempio positivo è rappresentato dal Comune di Merano, che ha elaborato una strategia di adattamento che prevede fra i vari punti misure per la riduzione del carico di calore, la creazione di aree di ritenzione e la riduzione o la prevenzione del rischio di inondazioni.
Un altro esempio è il Comune di Bolzano che ha introdotto nel 2004 la certificazione RIE (Riduzione dell’Impatto Edilizio) che valuta per ogni edificio il suo impatto sulla permeabilità del suolo e sulla presenza di verde. I risultati di questa politica sono un’alta percentuale di tetti verdi a testimonianza di un impegno concreto nella tutela dell’ambiente e nella lotta al fenomeno del surriscaldamento.
Non solo l’ambiente naturale ma anche gli edifici vanno protetti e devono adattarsi ai cambiamenti climatici. Sia che si tratti di piogge intense, o caldo torrido è importante essere preparati e adottare misure preventive per ridurre al minimo i danni e garantire la sicurezza delle strutture e delle persone In estate, sempre poi spesso, a causa dell’aumento delle temperature, l’atmosfera si satura di vapore acqueo, e si trasforma improvvisamente in piogge torrenziali o addirittura in bombe d’acqua quando le masse d’aria si raffreddano provocando precipitazioni superiori a 20 litri per metro quadrato in un’ora. Se il terreno non riesce ad assorbire rapidamente le piogge è facile che si assista a inondazioni locali, soprattutto in presenza di terreni aridi e superfici impermeabilizzate. Per evitare danni, è fondamentale pianificare attentamente gli accessi alle cantine e ai garage in modo da prevenire allagamenti durante i temporali. È consigliabile installare anche barriere antiriflusso nel sistema fognario per impedire che le acque reflue finiscano nelle cantine.
Oltre all’acqua e il vento un’altra importante causa di degrado negli edifici è il forte calore perché accelera l’invecchiamento dei materiali, causando crepe, scolorimento e deformazioni. Per rallentare il fenomeno si può ricorrere a strategie passive come i sistemi di ombreggiamento oppure integrare la vegetazione sulle pareti e sulle coperture per creare un effetto rinfrescante oltre alla possibilità di isolare termicamente l’involucro dell’edificio utilizzando materiali con elevata capacità termica, cioè in grado di assorbire e rilasciare calore, come mattoni, pietra, cemento, o materiale isolanti fibrosi. Oltre a queste soluzioni, vale la pena considerare anche l’impiego di tecnologie innovative come, ad esempio, l’istallazione di sistemi domotici che permettono di gestire in modo intelligente climatizzazione, illuminazione e altri impianti, ottimizzando i consumi e il comfort abitativo.
Ma anche le tempeste stanno diventando più frequenti e intensi, basti pensare a quella chiamata Vaia del 2018. Le raffiche che si verificano durante una tempesta possono generare elevati carichi di vento sull’edificio. Le aree sensibili al vento come la facciata o il tetto dovrebbero essere progettati e realizzati per essere a prova di tempesta.
Il cambiamento climatico è la sfida del futuro e l’adattamento al cambiamento climatico è un processo continuo. Man mano che il clima continuerà a cambiare sarà necessario sviluppare sempre nuove misure e adattare quelle esistenti.
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